Oggi hanno riaperto le scuole superiori, sono molto felice per i ragazzi che possono tornare in classe. A fine 2007 presi in prestito dalla biblioteca del liceo un libro che letto a 17 anni ebbe un certo significato ed una certa influenza sul mio modo di vivere e pensare e quando lo rilessi a 30 fu, come dire, devastante. Un libro che oltre le sottolineature dei lettori precedenti porta con sé tanti bei ricordi di quel periodo da liceale. Un libro che non restituii mai alla biblioteca. Come segnalibro vi è ancora il bigliettino con la data ultima di riconsegna che recava nostalgicamente il mese di gennaio 2008. Forse sono stato un po’ egoista perché conservandolo potrei avere negato la sua lettura a qualche altro ragazzo o ragazza come me allora. E dopo essere finito in un vortice di rese dei conti col passato generato da due traslochi e tre case in quattro mesi, per scrupolo ho chiamato in segreteria al liceo e mi è stato detto che da oggi è possibile accedere alla biblioteca. Così ho deciso di andarci nel giorno del mio 31esimo compleanno alla ricerca della redenzione. La signora bibliotecaria del 2007, di cui ricordo il viso ma non il nome, non è lì. Giustamente è a godersi la pensione mi dice un professore della new generation che sembra uscito da The Jungle Book. Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere la sua espressione e scambiare con lei due parole sugli ultimi 14 anni. Mi voleva bene, ma chi non me ne vuole d’altronde. Al suo posto, dietro la scrivania, il Mowgli mi indica una ragazza, che è lì per un tirocinio dalla facoltà di lettere. Viso dolce, capelli lunghi castani, minuta, di modesta statura. Molto carina. Improvvisamente mi sento molto contento per il pensionamento della cara signora bibliotecaria del 2007.
Così le mostro il libro che ho riportato e rimane incredula. In effetti aveva non più di 8-9 anni quando feci il prestito. Con il suo sguardo attonito stampato in volto mi domanda ‘perché non te lo sei tenuto? Ora non so cosa fare’ Non capendo la difficoltà di prendere un libro e metterlo in uno scaffale, ma soprattutto fermo e forte del principio morale quale motore trainante delle mie azioni di purificazione, le ho detto che detestavo l’idea di impedire a qualche studente la possibilità di leggerlo. In un lampo è stata capace di distruggermi, trasferendo dal suo volto al mio l’incredulità iniziale.
‘Oh bè di questo ne abbiamo 3-4 copie’
Nichilismo totale.
‘Allora se non è un problema lo tengo, in fondo è come se fosse mio’
‘Ormai no’
‘Capisco’ anche se a dire il vero non capivo. ‘Allora vorrei fare un nuovo prestito’
‘Non si può’
Questo invece lo capivo.
‘Almeno leggilo tu, se non l’hai già fatto’
‘Ancora no, ce lo abbiamo al secondo o terzo anno di programma e quando ero al liceo non ci siamo arrivati. Tu perché lo avevi letto?’
‘Grazie a un falò in spiaggia, agli Offlaga Disco Pacs e ad un professore di filosofia’ le avrei dovuto dire, ma non avrebbe capito.
E così in un personalissimo impeto di orgoglio e di ungarettiano ermetismo me ne sono andato.
Me ne sono andato con la consapevolezza che è stata anche l’ultima volta che varcavo quei cancelli del valhalla. Perché siamo in quella fase di vita dove le cose non iniziano e basta come 14 anni fa, ma finiscono anche. E in nome di tutti gli acquario ascendente vergine può non essere semplice da accettare.
Che venga colta la bellezza delle cose
e che sia ripulita della merda che ha intorno
per essere custodita nella sua parte migliore
e avere possibilità di fiorire
per diventare un giorno parte di noi
Siamo il risultato del percorso che seguiamo
Basta poco per sentirsi meglio
Basta ancora meno per essere felici

Scritto il 25/01/2021, pensiero debole per ringraziare degli auguri ricevuti e dal cui titolo è facilmente collegabile a cosa ha portato