Richard Bach, perdonami

Oggi ho avuto l’enorme piacere di incontrare e soffermarmi a parlare con Jonathan. Quarto di sette fratelli, vive nei cieli del Mare del Nord da tantissimi anni, da quando il signor Livingston, ex aviatore irlandese, dopo una lunga collaborazione con la LIRA, decise di volare, con al seguito tutta la famiglia, verso i territori della Scandinavia. Il resto è noto ai più.

Oggi, Jonathan, tre figli ed un matrimonio alle spalle, vive come asceta nel Mare del Nord. Sotto l’ala destra porta con sé una manciata di fotografie dei suoi ricordi migliori. Riesco a scorgerne una in cui è in compagnia di Neil Diamond. Me ne mostra però un’altra, di quando, giovanissimo, fu costretto all’esilio sul Mar Baltico, lontano dagli affetti più cari. Mi racconta che tutto ciò a cui siamo sottoposti, volente o nolente, porta con sé esperienze di vita. Che sono le relazioni che costruiamo nel corso del nostro cammino a farci raggiungere l’equilibrio che cerchiamo. Intravedo anche un’immancabile fiaschetta di brandy, di una marca che però non conosco. Incrocia il mio sguardo ma non ne fa menzione, probabilmente non ne va molto fiero. Non è molto impegnato ultimamente. Dopo la triste e precoce dipartita del suo ultimo allievo, Fletcher, una brutta storia di depressione e droga, ha quasi perso le speranze nei giovani d’ultima generazione. Non si riconosce nella società odierna ed i valori che vorrebbe trasmettere ai ragazzi non avrebbero il peso e l’importanza che meriterebbero. Nonostante ciò ogni tanto si concede qualche lavoretto qua e là, conosce tutti i pescherecci ed è un simbolo della comunità. Il martedì è però da sempre il suo giorno di libertà. Gelosamente se lo prende tutto per lui, svolazzando tra i canali di Copenaghen e raccontando la sua storia a turisti ed autoctoni che ne hanno solo sentito narrare le gesta e non possono fare altro che rimanere ammirati e sbalorditi dall’incredibile epopea dell’ormai anziano gabbiano. 
Ci siamo salutati, sotto luce di un sole glaciale, con un arrivederci che però ha il sapore di un addio.
Che tu possa sempre volare alto nei cieli del Nord, Jonathan Livingston.

Immagine

Scritto il 30/10/2018, pensiero debole maturato a Nyhavn, l’antico porto di Copenaghen

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